Introduz.

Introduzione

 

 In questo scritto racconto i pomeriggi passati a Gavi, nella casa dei miei vecchi, negli anni che vanno dal 1997 al 2004.

Vi arrivavo il sabato o la domenica da Novara, con l’ansia di vederli, i miei vecchi, e registravo i racconti di mio padre relativi alle due guerre mondiali, al suo incontro con mia madre, alla sua fanciullezza e giovinezza.

Il suo racconto mi ha permesso così di arrivare, “A ritroso nel tempo,” fino agli anni 1915, 1934, 1942.

Un’ altra adolescenza, un altro scenario.

Con la morte di mio padre, per tanto tempo, non ho più sentito la voglia di scrivere e di raccontarmi.

Ma poi, imperiosamente, i ricordi sono riaffiorati ed è diventato sempre più forte il desiderio di strutturarli in racconti.

E’ diventata forte l’esigenza di riordinare il mio passato, per rifugiarmi in esso e ritrovarvi le persone che più mi hanno amata.

Scrivendo, ho percepito il tempo come un fluire continuo, senza scansioni rigide, senza regole cronologiche, e ho collocato i ricordi su diversi assi temporali, ritrovando la bambina, l’adolescente, la donna, la figlia e il padre.

Ed è, soprattutto a lui, a mio padre, che ho ridato voce.

Si scrive per sé e, se poi chi legge si ritrova in qualche situazione narrata, in qualche emozione e sentimento, nelle aspettative e nella sofferenza, ecco che allora si è scritto anche per gli altri.

                                                                                           Clara Cipollina